Il 21 giugno segna l’inizio dell’estate ed è anche il giorno della Festa europea della Musica. Tra le tante iniziative organizzate in tutt’Italia ne segnaliamo una in programma a Modena, a cura di Gioventù Musicale d’Italia: venerdì 21 giugno, alle ore 20.30, presso il chiostro del Complesso Santa Chiara (ingresso da via degli Adelardi o da Rua Muro 59) sarà di scena il Coro Ildebrando Pizzetti dell’Università di Parma, diretto da Ilaria Poldi, con la partecipazione del percussionista Giacomo Fato. “Languir me fais, ovvero dell’amor perduto” è il suggestivo titolo del programma della serata (a ingresso è libero).
L’amore è da sempre un’inesauribile fonte di ispirazione per poeti, musicisti, scultori, pittori. In particolare, il programma racconta quegli artisti che si sono occupati di dare voce a passioni impensabili, amori laceranti, impossibili. “Languir me fais, ovvero dell’amor perduto” è un percorso musicale che prende il titolo da una celebre chanson di Sermisy, musicista molto noto alla sua epoca, vissuto nella Francia della prima metà del ’500. I brani che si susseguono, accompagnati o alternati agli strumenti a percussione, celebrano il mal d’amore nelle sue diverse declinazioni, tracciando forti corrispondenze tra il repertorio polifonico del Cinquecento e del Seicento europeo e canti folk tradizionali. L’oggetto d’amore è ora allontanato, ora sfuggente, ora crudele, ora agognato ma sempre capace di stregare e far languire l’innamorato.
Anche altri autori, eminenti esponenti della polifonia europea del tardo Rinascimento, tra cui Orazio Vecchi illustre musicista modenese, hanno dato voce all’amore perduto. Nel programma non mancano alcuni canti della tradizione irlandese e gallese, nonché un appassionato canto siciliano caratterizzati da melodie di grande pregio e ricercatezza, e ben si sposano con l’antico repertorio polifonico. Il passato volge uno sguardo alla contemporaneità attraverso l’uso delle percussioni moderne, che si accostano al tessuto polifonico accompagnandolo oppure contrastandolo creando un ulteriore tessuto polifonico in dialogo tra il coro e gli strumenti.
“Languir me fais, ovvero dell’amor perduto”
Il programma
Evening rise (trad. nativi americani)
Une jeune fillete ( J. Chardavoine XVI sec.)
Languir me fais ( C. Sermisy 1490- 1562)
Belle, qui tiens ma vie ( T. Arbeau 1519 -1595)
Amuri, amuri ( trad. siciliano)
There’s my sweetheart (trad. gallese)
Dolcissimo ben mio ( Orazio Vecchi 1550 -1605)
Selezione da “Melandie” (J. Steinbauer 1973)*
She moved through the fair ( trad. irlandese)
Weep, o mine eyes ( J. Bennett 1575 – dopo 1614)
Vem kan segla (trad. Svedese)
Valzer ( D. Kovins 1951)
Mon coeur se recommande à vous ( attr. O. di Lasso 1532 – 1584 )
Come again, sweet love (J. Downland 1563 – 1626)